La psicoterapia cognitivo-comportamentale nasce dall’approccio terapeutico di Aaaron Beck secondo cui i disturbi psicologici e comportamentali derivano da convinzioni e pensieri distorti o disfunzionali. In modo particolare, il disagio emotivo viene spiegato attraverso una complessa relazione tra pensieri (cognizioni), sentimenti, emozioni e comportamenti.
In determinate situazioni, può capitare che insorgano particolari pensieri di cui spesso la persona non è consapevole. Tali pensieri possono dare vita ad emozioni e comportamenti problematici che diventano fonte di malessere. Lo scopo della terapia diventa quindi individuare tali pensieri disfunzionali e modificarli con l’obiettivo di migliorare il benessere della persona.
Il processo di terapia inizia con una valutazione, durante la quale il terapeuta e il paziente discutono dei problemi che il paziente sta affrontando e degli obiettivi di trattamento. Nel corso della terapia, il paziente e il terapeuta lavorano insieme e all’interno di questa relazione collaborativa il primo passo sarà quello di identificare e definire i pensieri negativi o distorti e i comportamenti disfunzionali. Il processo di collaborazione tra terapeuta e paziente fa sì che il terapeuta fornisca un feedback e guidi il paziente mentre avviene l’esplorazione dei pensieri e dei comportamenti. Una volta identificati i pensieri disfunzionali, il terapeuta propone lo sviluppo di strategie per modificarli e il paziente si impegna nell’apprendere nuovi modi di pensare che possano portare a sentimenti e comportamenti maggiormente funzionali.
Il processo terapeutico prevede l’utilizzo di tecniche di “sperimentazione comportamentale” per testare la validità dei nuovi pensieri.